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Newsletter NL n.117

QUESTIONI APERTE SULLE PENSIONI

Raffaele Morese

Dalle pensioni della discordia ad una nuova uguaglianza

Il tema delle pensioni non ha pace. Ovviamente, ora, tra IMU e IVA, tutto passa in secondo ordine. Ma quel tema, carsicamente, si intreccia sempre di più con la questione occupazionale di questo Paese. La riforma pensionistica del Governo Monti avrebbe creato problemi seri in una situazione congiunturale positiva. Con un Pil in decrescita dal 2008 e una disoccupazione crescente, specie giovanile, quella riforma si è rivelata una bomba sociale. Da un lato, il numero degli esodati non scema, nonostante finestre e finestrelle aperte, con diversi provvedimenti, per fare uscire dall’incertezza quote sempre piccole rispetto alla quantità di coloro che non hanno né lavoro, né pensione. Dall’altro, per il balzo in avanti dei nuovi limiti posti per andare in pensione, si calcola che 100.000 giovani non hanno potuto riempire il turn-over tradizionale.

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P. Feltrin e M. Valentini

I ricambi generazionali nelle politiche attive del lavoro

L’invecchiamento della popolazione e la crisi occupazionale. Nelle precedenti crisi (primi anni ottanta e novanta), oltre a far fronte alla crescente disoccupazione imposta dal ciclo avverso, si è dovuto gestire un flusso di giovani che si affacciavano al mercato della lavoro superiore a quello degli anziani che lo abbandonavano per la pensione. 

Dalla figura 1 si può osservare che per tutti gli anni ottanta la quota di bambini tra zero e quattordici anni era superiore alla percentuale di anziani (con più di 64 anni). Dagli anni novanta si inverte la proporzione.

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Angelo Marinelli

Esodati, un termine che rischia di non aver termine

Sul destino che ha investito i cosiddetti lavoratori esodati si addensa ormai una nebulosa inestricabile per gli stessi addetti ai lavori.
Nell’ultimo anno e mezzo si sono succeduti ben quattro provvedimenti legislativi che, partendo dalla riforma pensionistica varata dal Governo Monti e contenuta nel cosiddetto “decreto legge Salva Italia”, convertito con modificazioni nella legge 22 dicembre 2011, n° 214, hanno definito le platee dei lavoratori e delle lavoratrici salvaguardati dall’applicazione dei nuovi requisiti pensionistici.

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Andrea Gandini

La staffetta generazionale alla prova della sua fattibilità

La cosiddetta “staffetta generazionale” dovrebbe essere uno dei prossimi provvedimenti del Governo per favorire l’occupazione giovanile e l’efficienza aziendale.  La stampa, come suo mestiere, ha cercato di divulgare (ma anche semplificare) questo tema nel senso di “vecchie generazioni che passano il testimone alle nuove leve attraverso un meccanismo innovativo che garantisce l’inserimento lavorativo dei giovani a tempo pieno (con un contratto di apprendistato e/o a tempo indeterminato) e contestualmente il mantenimento dei lavoratori maturi seppure a part-time all’interno della stessa azienda”.

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Fabio Fonzo

Non prendetevela con la Corte Costituzionale

Fra i tanti scandali ricorrenti in Italia, anzi sulla stampa e sulle TV italiane, riemerge periodicamente quello delle “Pensioni d’oro”.
Questa volta la pietra dello scandalo è rappresentata da due sentenze della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale degli oneri che sono stati imposti ai trattamenti pensionistici più rilevanti.
Per l’esattezza la Corte si è prima pronunciata sui trattamenti pensionistici dei Magistrati e poi su quelli dei lavoratori dipendenti.

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Tito Boeri e Tommaso Nannicini

I ''regali acquisiti''

Quest’estate sono stati resi pubblici gli importi delle cosiddette pensioni d’oro, le dieci pensioni più generose erogate oggi dall’Inps. Sin qui avevamo solo una distribuzione dei pensionati per importo della pensione. Sapevamo, ad esempio, che ci sono 513.876 persone che ricevono un assegno superiore ai 3.000 euro mensili. Ma non sapevamo che ci siano persone che ricevono trattamenti superiori ai 90.000 euro al mese, più di 200 volte l’importo di una pensione sociale.

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Pietro Ichino

Le pensioni d’oro che vanno tosate (e come farlo)

Caro Direttore, nei giorni scorsi il Corriere ha dato conto dettagliatamente di alcuni trattamenti pensionistici davvero impressionanti: molte decine di migliaia di euro al mese. Di fronte a notizie come questa, l’uomo della strada – che considera la pensione soltanto una forma di assistenza – rimane attonito e si chiede come queste pensioni possano essere state liquidate e perché esse possano essere mantenute in vita anche in un periodo di “vacche magrissime” come quello che stiamo attraversando.

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Erica Venditti

Italia-Germania: pensioni super a confronto

L’argomento pensioni d’oro è ormai di dominio pubblico. Molti giornali, infatti, se ne sono occupati, specie dopo la decisione della Consulta di bocciare per incostituzionalità la norma varata dal Governo; norma che prevedeva un prelievo, il contributo di solidarietà, sulle pensioni più cospicue, quelle oltre i 90 mila euro.
La norma è stata infatti dichiarata incostituzionale per motivi di equità. Trattandosi di prelievo fiscale, secondo la Consulta, avrebbe dovuto essere applicato a tutti i redditi alti e non solo a quelli di pensione.

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