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Newsletter n.138

EDITORIALE

UN PROMEMORIA SULLE PRIORITA' DEL LAVORO

di Raffaele Morese

Ci risiamo con l’articolo 18. Lo Statuto dei lavoratori è nuovamente sotto tiro. Ma la gran parte delle persone non ne capisce la ragione. C’è una crisi feroce, con 1000 licenziamenti al giorno da parecchi anni e in Parlamento ci si accapiglia su una regola che ha applicazione concreta del tutto marginale. C’è una richiesta che ritorna ricorrentemente nel lessico delle autorità europee: ci vuole più flessibilità nel mercato del lavoro italiano. Ma veramente si pensa di tacitare questa sollecitazione sventolando lo scalpo dell’articolo 18? 

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 ECONOMIA

DECRESCITA E DENATALITA' METTONO IN GINOCCHIO IL PAESE

di Nicola Cacace  

Caro Renzi,

Con queste politiche del lavoro non crei neanche un posto di lavoro.
Creare posti di lavoro in tempi di crescita bassa o nulla non è impossibile, a patto di fare politiche specifiche per periodi di bassa crescita, come dimostrano molti paesi industriali, che pur avendo avuto nel decennio 2003-2013 crescita del Pil inferiore al 2% annuo, hanno ridotto la disoccupazione ed aumentata l’occupazione.
La Germania guida questi paesi virtuosi, seguita da Olanda, Austria, Danimarca, Finlandia, Gran Bretagna e Norvegia. Tutti paesi che, pur con crescita media vicina all’1% nel decennio, hanno aumentato i loro tassi di occupazione, la Germania addirittura di nove punti, l’Austria di quattro e l’Olanda di due. Riducendo la disoccupazione intorno a livelli fisiologici, il 5%. 

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CI ATTENDE UN FATICOSO RIFORMISMO, SE SI AVVIA

di Fabio Fonzo

Superata l'ebbrezza dell'approvazione, dal (morituro) Senato, della riforma del bicameralismo perfetto, restano i "compiti per le vacanze" assegnatici da Bruxelles e bruscamente ribaditi da Draghi che esige di vederli per autorizzare la flessibilità' richiesta dai Paesi più in difficoltà.
Nel numero di luglio scorso della newsletter abbiamo dato notizia delle raccomandazioni del consiglio UE e sopratutto del metodo suggerito.

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L’EFFETTO COSMETICO DEL RICALCOLO DEL PIL

di Stefano Barbarini

il Sec (Sistema dei conti nazionali), come annunciato dall’Istat, ha elaborato una nuova metodologia di calcolo del Prodotto Interno Lordo (Pil), condivisa a livello europeo, con l’obiettivo di “armonizzare” diverse voci, tra cui quelle sulle attività illegali (droga, prostituzione e contrabbando) e sulla ricerca e sviluppo. Si chiama Esa 2010 e costituisce una novità importante per quanto riguarda le informazioni sullo “stato di salute” di un Paese.

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 WELFARE

A CHE PUNTO E' LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE E DEL SERVIZIO CIVILE

di Mario Conclave

Le linee guida per la riforma del Terzo settore erano state presentate già in precedenza . Il testo della legge delega era pronto da luglio. L’iter formale è partito il 22 agosto scorso con la presentazione alla Camera del testo: Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale. (AC 2617). Si tratta di sette articoli che precisano iter, criteri direttivi generali e specifici per ogni profilo di ente o di disciplina agevolativa.

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PREVENZIONE E CONTRASTO DELL'EVASIONE PER GLI ENTI NON PROFIT 

di Vittorio Martone 

Lo scorso 6 agosto l’Agenzia delle Entrate ha diffuso la Circolare n. 25/E recante gli indirizzi operativi per la Prevenzione e contrasto dell’evasione per l’anno 2014. Il documento espone gli indirizzi che l’Agenzia opererà per gli anni 2014-2016 per il raggiungimento degli obiettivi affidati al Governo dalla «legge delega fiscale» (art. 3 e 9 della L. 11 marzo 2014, n. 23, in materia, rispettivamente, di stima e monitoraggio dell’evasione fiscale e di rafforzamento dell’attività conoscitiva e di controllo) e dall’art. 6 del decreto legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, che impegna il Governo a relazionare le Camere sulla realizzazione delle strategie di contrasto all’evasione fiscale e sui risultati conseguiti e attesi.

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 MERCATO DEL LAVORO

I CRITERI APPLICATIVI DEL DECRETO POLETTI

di Giuseppantonio Cela

La definizione del jobs act mediante provvedimenti esecutivi, finora realizzati soltanto con il cosiddetto decreto Poletti, caratterizzato soprattutto dalla nuova disciplina sui contratti a termine e sull’apprendistato, costituisce indubbiamente un importante banco di prova governativo, non soltanto dal punto di vista delle peculiari modalità operative dell’Esecutivo, ma anche sotto il profilo dei contenuti, tenuto conto della loro portata economica e occupazionale. Pur consapevoli al riguardo del valore strumentale della riforma, non si può ignorare che la sua efficacia si traduce anche nel promuovere e, comunque,  non scoraggiare le assunzioni.

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 POLITICHE FORMATIVE

MOLTO STUDIO E POI NULLA

di Paolo Iacci  (*)

Uno studente di Matematica, figlio di un professore, deve sostenere l'esame di Fisica con un collega del padre. L'esito sembra praticamente scontato, ma - incredibile - il giovane non sa proprio niente! Il vuoto assoluto. Una domanda dopo l'altra, constatando la sua figuraccia incredibile in presenza di testimoni, il professore non sa proprio che cosa fare per dare quella promozione promessa.  Alla fine ricorre a domande da terza media per far dare al ragazzo almeno una risposta: "Allora prendiamo in considerazione un asse e poggiamolo su un...?".  

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ISTRUZIONE E FORMAZIONE: IL CHIARO SCURO DEL RAPPORTO BES 2014

di Luigi Delle Cave

Disuguaglianze sociali, territoriali e di genere rendono necessario l’avvio di programmi di investimento in istruzione e formazione per diminuire i divari nei livelli di competenze e avvicinare ulteriormente l’Italia agli standard registrati nei Paesi dell’Ocse.  È questa l’istantanea scattata sul tema “istruzione e formazione” dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL) e dall’Istituto nazionale di statistica (Istat), presentata come approfondimento tematico tra i diversi “domini del benessere” trattati nella seconda edizione del “Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile (Bes 2014)”,

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 CULTURA

IL “GIOCO” PERICOLOSO DI PUTIN IN UCRAINA. INTERVISTA A PAOLO GARIMBERTI

di Pierluigi Mele

La situazione nell’Est dell’Ucraina è sempre molto tesa. Sui possibili sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina abbiamo intervistato Paolo Garimberti,  ex Presidente Rai , editorialista del quotidiano “La Repubblica” e Presidente di “Euronews”.
Presidente Garimberti, c’è da fidarsi di Putin?
Io credo che la situazione in Ucraina di Putin sarà di mantenere viva una certa instabilità perché dal suo punto di vista questo continua a tenere una tensione politica, oltreché militare, con una guerra a bassa intensità, che non cessa mai e mantiene uno stato di allerta e allarme a Kiev ma anche in Occidente.

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