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NEWSLETTER n.143 del 25 NOVEMBRE 2014

 FACCIAMO IL TAGLIANDO A  ''GARANZIA GIOVANI''

UN PROGETTO DA CALIBRARE MEGLIO E INSERIRE IN RIFORME STRUTTURALI

di Raffaele Morese 

Quando Enrico Letta, sul finire del 2013, rientrò da Bruxelles con in tasca 500 milioni di euro da spendere subito per avviare al lavoro, sia pure nella forma del primo accostamento, i giovani NEET, era proprio contento. Prefigurava già un’adesione di massa al progetto “Garanzia Giovani”, una entusiastica collaborazione delle Regioni, una massiccia mobilitazione di tutte le strutture pubbliche e private dedicate all’incontro tra domanda ed offerta del lavoro, tanto da azzardare un pronostico. Il progetto (nel frattempo ingrossato a 1,5 miliardi)  avrebbe fatto varcare le porte delle aziende, degli enti, degli studi professionali, dell’associazionismo ad almeno 100.000 giovani entro un anno.

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UN'ESPERIENZA CHE METTE A NUDO I LIMITI DEL SISTEMA FORMATIVO

di Gianni Bottalico

Commentare il bilancio dei primi sette mesi della Garanzia Giovani Italiana a partire solo dagli scarni dati dei monitoraggi settimanali pubblicati dal servizio di monitoraggio del Ministero del Lavoro può sembrare esercizio sterile. Il lentissimo decollo della Garanzia Giovani consiglierebbe il rinvio di ogni valutazione, al fine di evitare la tentazione di giudizi frettolosi. Questo è piuttosto il momento di rilanciare, anche adeguandone strategia e operatività, una campagna nazionale per il lavoro professionale dei giovani. Per questo partiamo dal considerare, pur nella loro sommarietà, alcuni degli elementi informativi disponibili e significativi.

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UN PO’ DI DELUSIONE, MA E’ LA STRADA PER LE POLITICHE ATTIVE

di Gigi Petteni

Il Progetto ‘Garanzia Giovani’  è e sarà nei prossimi anni uno dei principali canali di finanziamento da parte dell’U.E. nei confronti dell’Italia. E’ e sarà perché il miliardo e mezzo di € (nel biennio 2014-15) reale, ‘fresco’ e già disponibile per il nostro Paese non potrà che aumentare in prospettiva nei prossimi anni, e potrà addirittura beneficiare nel tempo degli eventuali residui del FSE.
Per il nostro Paese infatti l’occupazione giovanile è il tema più ‘sensibile’ del quale ci stiamo occupando in questi anni, con risultati però attualmente davvero deludenti.
‘Sensibile’ perché, come abbiamo visto, la percentuale di disoccupati ha ormai abbondantemente superato il 42%, record storico per l’Italia che non sta trovando risposta nell’utilizzo degli strumenti finora a disposizione.

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UN' OCCASIONE PER FAR CAMBIARE ''PELLE'' AI SERVIZI PER L'IMPIEGO

di Pierangelo Albini

Quando, ad aprile del 2013, fu emanata la Raccomandazione del Consiglio per invitare gli Stati membri ad adottare una strategia per arginare la disoccupazione giovanile e fu varata la Youth Garantee,  i soliti scettici sottolinearono che, a fronte della gravità del fenomeno a livello europeo, la scelta di delegare ad ogni singolo Stato la soluzione al problema, forse, non era un’idea così lungimirante.
Ogni Stato membro avrebbe dovuto scegliere la migliore strategia  per garantire ai giovani NEET una occasione di  ri-attivazione e ri-motivazione alla ricerca di un lavoro o di un percorso di studio per il lavoro. 

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OTTO QUESTIONI APERTE TRA DE GAULLE E SISIFO

di Agostino Di Maio

Nel nostro Paese ogni analisi di merito sembra condannata a pagare dazio ad una congenita idiosincrasia rispetto ai fatti: una sorta di impermeabilità nei confronti della realtà pari solo al desiderio di dire la propria nelle polemiche di maggior richiamo del momento, meglio se per tirare acqua al proprio mulino. Secondo questa consuetudine da un po’ di tempo si è affermata la critica - meglio dire la demolizione - della Youth Guarantee nella sua attuale configurazione. 
Il fallimento di questa misura è in effetti sotto gli occhi di tutti e testimonia, ai vari livelli, l’inadeguatezza di un “non-sistema Paese” nel quale sono distribuite equamente responsabilità, colpe ed omissioni in una evidente, ed ora certificata, incapacità di mettere in campo politiche del lavoro moderne.  

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UN PROGRAMMA CHE PUNTA A DIVENTARE SISTEMA

di Marco Luchetti

L’attuazione regionale del programma Garanzia Giovani si pone in continuità con le politiche e le strategie regionali, condivise con il partenariato sociale e istituzionale.
Coerentemente con gli elementi caratterizzanti il contesto economico e occupazionale della Regione e in continuità con il processo di riforma e di rilancio delle politiche del lavoro e in particolare delle politiche giovanili, avviato negli ultimi anni, la strategia regionale mira a costituire e rafforzare un sistema integrato di servizi che, attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori e il coordinamento delle attività e dei servizi da questi attuati, possa accompagnare con efficacia i giovani nella fase di uscita dal sistema d’istruzione formale e/o di transizione verso il mercato del lavoro.

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IL “MODELLO LAZIO” PIACE AI GIOVANI

di Lucia Valente

Quando la giunta Zingaretti si è insediata, circa un anno e mezzo fa, le politiche per il lavoro della Regione erano pressoché limitate alla gestione delle crisi aziendali e delle emergenze occupazionali. Tutto ruotava intorno all’ erogazione della cassa integrazione e della mobilità in deroga, mancava una visione organica delle politiche del lavoro e l’impianto normativo regionale appariva molto arretrato rispetto alle esigenze di un mercato del lavoro in forte evoluzione. 
L’istituzione regionale, dunque, risultava ripiegata nel ruolo di soggetto preposto all’erogazione di ammortizzatori sociali, priva di programmi di sviluppo e di politiche di sostegno all’occupazione, con un forte sbilanciamento sulle politiche passive gestite in base ad accordi tra lo Stato e le Regioni.

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CONQUISTARE LA FIDUCIA DEGLI UNDER 30

di Giovanna Pentenero

Come la Regione Piemonte ha risposto per l’attuazione del proprio Programma Garanzia Giovani?

La Regione Piemonte ha avviato con risorse proprie il programma già lo scorso aprile, finanziando interventi coerenti con il programma nazionale ma ampliati, rispondendo così in modo più completo all'obiettivo di aumentare le opportunità occupazionali per i giovani. Ad aprile, è stato aperto anche il portale regionale Garanzia Giovani, mettendo a disposizione uno strumento di orientamento on-line alla domanda del mercato del lavoro di cui hanno già usufruito oltre 2.000 ragazzi. Inoltre, sono stati realizzati numerosi eventi e incontri di "orientamento", con la partecipazione dei centri per l'impiego pubblici, e sono state promosse campagne verso le imprese. 

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LA PUGLIA MIGLIOR REGIONE DEL SUD

di Leo Caroli

Prosegue la via pugliese al Programma Europeo “Youth Guarantee”, un Piano che integra le misure previste dal Governo con le esperienze regionali di successo a sostegno dell’occupazione giovanile.
Ad oggi, hanno aderito a Garanzia Giovani per la Puglia 18.929 potenziali beneficiari, di questi, in soli quattro mesi, sono stati convocati per il primo colloquio 10.901 giovani, pari al 57% degli aderenti, un giovane su due è stato quindi contattato dal relativo Centro per l’Impiego.
Sono stati profilati e hanno stipulato il relativo patto di servizio 5.738 giovani, pari al 30% degli iscritti. Un dato in linea con i numeri nazionali: secondo l’ultimo report diffuso dal Ministero del Lavoro, in Italia si sono iscritti a Garanzia Giovani oltre 300mila giovani, di questi sono stati presi in carico e profilati circa 98mila ragazzi e cioè il 32%.

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