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NEWSLETTER n.147 del 17 FEBBRAIO 2015

IL FISCO FUTURO NON SIA UN FIASCO

LA LEVA FISCALE PER DIVENTARE UN PAESE NORMALE

di Raffaele Morese

Che Paese sarebbe l’Italia se non ci fosse una corruzione così allarmante come ha ricordato il Presidente della Repubblica Mattarella nel suo discorso di insediamento (“la corruzione ha raggiunto un livello inaccettabile”)? Se non ci fosse un’evasione fiscale e contributiva così indecente com’è quella che denuncia in una lettera al Corriere della sera del 2 febbraio scorso, il Governatore della Banca d’Italia Visco(“l’evasione fiscale costituisce tuttora un grave handicap lungo la strada, necessaria, di ridurre il peso del fisco in primis sui redditi da lavoro e di impresa”)? E se non ci fosse un’economia sommersa così consistente come valuta l’Istat nel suo ultimo Rapporto (“il valore aggiunto dell’economia sommersa è compreso tra un minimo di 255 miliardi di euro e un massimo di 275, mentre il peso sul Pil nel 2008 è tra il 16,3% e il 17,5%”)?

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LA RICCHEZZA DELLE FAMIGLIE ITALIANE – 2013

di Banca d’Italia

Alla fine del 2013 la ricchezza netta delle famiglie italiane era pari a 8.728 miliardi di euro, corrispondenti in media a 144.000 euro pro capite e a 356.000 euro per famiglia. Le attività reali rappresentavano il 60 per cento del totale delle attività, quelle finanziarie il restante 40 per cento. Le passività, inferiori a 900 miliardi di euro, erano di poco superiori al 9 per cento delle attività complessive.
Nel 2013 il valore della ricchezza netta complessiva è diminuito rispetto all'anno precedente dell’1,4 per cento a prezzi correnti; la flessione del valore delle attività reali (-3,5 per cento), dovuta al calo dei prezzi medi delle abitazioni (-5,1 per cento), è stata solo in parte compensata da un aumento delle attività finanziarie (2,1 per cento) e da una riduzione delle passività (-1,1 per cento). In termini reali (utilizzando il deflatore dei consumi) la ricchezza netta si è ridotta dell’1,7 per cento rispetto al 2012. Dalla fine del 2007 la flessione a prezzi costanti è stata complessivamente pari all’8 per cento.

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CHI CHIUDE UN OCCHIO SULL EVASIONE DANNEGGIA IL CITTADINO

di Romano Prodi

Sono ormai troppi anni che continuiamo a ripetere che il clamoroso livello di evasione fiscale del nostro paese non ha eguali nel mondo sviluppato.
Sono troppi anni che sembriamo essere rassegnati ad un clima di tolleranza e assuefazione ad una realtà che non può essere modificata.
Occorre invece restituire alla collettività quello che le è stato tolto, che le è stato rubato, e restituirle specialmente quel senso di equità e giustizia senza il quale non ci può essere futuro.
Questo mio incipit così duro e così chiaro potrebbe dare l’impressione che questo libro di Ruffini fosse l’ennesima astratta formulazione della necessità di un mutamento etico nei rapporti fra lo Stato e i cittadini in materia fiscale.
E’ invece qualcosa di più e di diverso: il dialogo con il contribuente riluttante è infatti un dialogo appassionato, con argomentazioni che diventano sempre più stringenti con il procedere della lettura.

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DIGITALIZZARE IL FiSCO PER MIGLIORARE LEGALITA' E MAGGIORE GETTITO 

di Vincenzo Visco

È certo che i sistemi tributari moderni saranno sempre più “digitali” e che quindi il ricorso alle nuove tecnologie sarà molto importante, sia ai fini dell’acquisizione di informazioni che a quelli amministrativi e di controllo.
Da questo punto di vista il ritardo accumulato dal nostro Paese è piuttosto serio. Nel 1999 l’introduzione del fisco telematico con le dichiarazioni online rappresentò una best practice e pose l’Italia all’avanguardia tra i Paesi occidentali. Da allora abbiamo perso molto terreno. Il tentativo di rilancio operato durante il secondo governo Prodi con la tracciabilità di pagamenti è stato frustrato dall’eliminazione delle norme relative.

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TENDENZE DELL'AUTONOMIA TRIBUTARIA DEGLI ENTI TERRITORIALI 

di Alberto Zanardi

Elemento centrale del processo di riforma dei rapporti finanziari tra i livelli di governo, iniziato negli anni ’90 e proseguito con la riforma costituzionale del 2001 e la legge delega del 2009, è il superamento di un modello di pressoché totale centralizzazione del prelievo tributario con l’attribuzione agli enti territoriali di spazi di autonomia nell’attivazione e nella gestione dei tributi  decentrati.  L’obiettivo  era  innanzi  tutto  di  rafforzare  l’accountability degli amministratori locali nei confronti dei propri cittadini, garantendo agli enti territoriali un complesso di risorse finanziarie relativamente stabile in relazione alle funzioni da svolgere e riconoscendo spazi di variazione dei tributi al margine sufficienti ad assicurare l’equilibrio dei bilanci e ad offrire servizi aggiuntivi rispetto agli standard statali.

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PARTITE IVA: IL BANCOMAT DELLO STATO

di Angelo Deiana

C’è un grande mondo in questo momento fortemente penalizzato dalle scelte del Governo. E’ quello dei professionisti a partita Iva. Sono gli imprenditori della conoscenza, i knowledge workers, la classe creativa su cui (invece) bisognerebbe investire per il rilancio del Paese. 
Un popolo che conta circa 4 milioni di persone, prevalentemente giovani e donne. Sono le piccole formiche del lavoro intellettuale che, con le loro tasse ed i loro contributi previdenziali, alimentano le cicale dello Stato e della mancata spending review.
Perché penalizzato? Partiamo dall’inizio. La riforma del regime dei minimi contenuta nella Legge di Stabilità è un trappola perché aumenterà le tasse del 500% per i giovani professionisti a partita Iva sotto i 35 anni. 

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PER UN FISCO PIU' EQUO E GIUSTO

di CISL

Negli ultimi mesi lo scenario europeo ha avuto un'evoluzione nuova e positiva. I margini di flessibilità del Fiscal Compact sono aumentati, la nuova Commissione sembra spostare il baricentro dalla rigidità delle regole alla priorità di un Piano di investimenti Europeo, la BCE ha accentuato la politica monetaria espansiva non convenzionale, anche con il varo del  “quantitative easing”, il programma di acquisti di titoli dei debiti sovrani dei Paesi dell’Eurozona. In questo quadro il governo ha potuto presentare una legge di stabilità in deficit senza conseguenze negative sullo spread che, anzi, è sceso ulteriormente.
Questi segnali sono certamente positivi ma di fronte alla gravità della situazione economica e della disoccupazione e al pericolo di una stagnazione di lunga durata rischiano di rivelarsi drammaticamente insufficienti. I "tempi" della politica europea non sono compatibili con i tempi dei disoccupati, dei giovani esclusi dal lavoro, dei nuovi poveri. Dopo sette anni di crisi c’è bisogno di risposte certe, immediate e consistenti.

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PROGETTO DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE SUL FISCO

di CISL

Il Progetto di legge è costituito da alcune norme precettive, immediatamente applicabili, e da norme di delega, finalizzate a far adottare al Governo  uno o più decreti legislativi contenenti norme intese a realizzare una riforma organica del sistema fiscale del Paese basata sui seguenti punti:
- Previsione di un blocco all’aumento delle addizionali regionali e comunali in attesa di un riordino complessivo  delle imposte e tasse locali;
- Revisione dell’imposizione sulla casa, prevedendo l’esenzione della abitazione principale da ogni forma di imposizione sulla proprietà o sul possesso ....

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