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NEWSLETTER n.156 del 30 GIUGNO 2015

UNA RIFORMA CHE ZOPPICA 

Le delusioni e le opportunita' 

di Raffaele Morese

Manca un ultimo passaggio, in corso presso le Commissioni parlamentari, per avere definitivamente come legge il Jobs act. Si tratta di validare nelle prossime settimane i decreti delega previsti dalla normativa generale già licenziata dalle Camere. Sarà un’ occasione per fare qualche aggiustamento ulteriore, ma la sostanza non cambierà. Il Ministro Poletti è molto contento (si è brindato al Ministero dopo l’approvazione, nei tempi previsti, da parte del Consiglio dei Ministri). Molto meno i destinatari con, ovviamente, tutte le sfumature del caso.

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Spostare lo sguardo più' in la' 

di Angelo Deiana 

Nella vita ci giungono continuamente notizie: alcune buone, altre meno. La prima notizia (buona o cattiva lo deciderete voi) è che l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri di altri 4 decreti attuativi del Jobs Act, non sembra portare in dote al sistema del mercato del lavoro nuove certezze, anzi. La seconda notizia (buona) è che il lavoro è di nuovo al centro del dibattito anche se il rischio che vediamo è quello di insabbiare gli elementi di novità tornando alle solite diatribe ideologiche. 

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Il Jobs Act: meno precarietà, più tutele, più contrattazione

di Gigi Petteni 

L’efficacia delle politiche del lavoro dipende dalla capacità di integrarle con altre misure, da quelle di politica industriale a quelle  del credito,  in grado di orientare le scelte imprenditoriali.
E’ quindi sbagliato attendersi dalle riforme del lavoro che esse possano, da sole, migliorare le  prospettive occupazionali.
Ma non va neppure sottovalutato il ruolo che le regole possono avere nell’accompagnare  i nuovi investimenti, spostare la convenienza da alcune tipologie poco tutelate a forme di lavoro più stabili, aiutare a gestire le transizioni da lavoro a disoccupazione, tutelando i lavoratori nei momenti di difficoltà.

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E' poco ''epocale'' questa riforma

di Guglielmo Loy 

Il Governo ha presentato la “epocale” riforma del mercato del lavoro con l’obiettivo  di rimettere  il contratto a tempo indeterminato al centro e farlo diventare la “forma comune di rapporto di lavoro” (così recita l’art. 1 del d.lgs 81/2015 entrato in vigore lo scorso 25 giugno), un proponimento condivisibile, da attuare, a detta del Governo, con il contrasto alla cattiva flessibilità, il rafforzamento degli  ammortizzatori sociali ed un nuovo potente sistema di politiche attive.

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Tutte le novità sugli ammortizzatori sociali

di Ferruccio Pelos

Il Consiglio dei ministri, nella seduta dell’11 giugno 2015, ha approvato in via definitiva due decreti delega del jobs act, che avevano gia' svolto il proprio iter parlamentare e che sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale n.144 del 24.6.2015.  Si tratta di:
- DECRETO LEGISLATIVO 15 giugno 2015, n. 80
Misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro, in attuazione dell'articolo 1, commi 8 e 9, della legge 10 dicembre 2014, n. 183.
Entrata in vigore del provvedimento: 25/06/2015
- DECRETO LEGISLATIVO 15 giugno 2015, n. 81
Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’articolo 1, comma 7, della legge  10 dicembre 2014, n. 183.
Altri quattro decreti sono stati approvati in via preliminare. 

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Ritorna l'ispettorato nazionale del lavoro, con qualche ma

di  Giuseppantonio Cela

Il nuovo ente si colloca nel processo di razionalizzazione e semplificazione delle funzioni pubbliche, che costituisce uno dei punti cardine del Jobs Acts.
Il decreto approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri in data 11 giugno 2015 è espressione della delega contenuta nell’articolo 1, comma 7, lett. I della legge n. 183 del 2014, che prevede alternativamente le misure di coordinamento della vigilanza esercitata da più Enti ovvero l’istituzione di una Agenzia unica .

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Una grande testa su un corpo che resta mal fatto

di Mario Conclave

Il profilo giuridico dell’Agenzia nazionale per le politiche attive (ANPAL) è contenuto nello “Schema di decreto legislativo recante disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive”.
Lo schema in esame si articola in varie norme, suddivise in quattro titoli.
Facciamo riferimento alle norme relative all’ ANPAL, sia quelle dirette sia quelle che implicano comunque responsabilità dell’agenzia.

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La conciliazione rafforzata

di Simonetta Corato

Alcune riflessioni sulle misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro in attuazione dell’art. 1 commi 8 e 9 della Legge 10/12/2014 n. 183 (Jobs Act,G.U. n. 144 del 24/6/2015).
Una prima considerazione va fatta sul grado di aderenza di questo Decreto (15 giugno 2015 n.80) alla Legge Delega approvata dal Parlamento. Certamente mancano alcune problematiche, tra le quali annovero quelle più significative, come la rete di servizi socio educativi e una possibile sua integrazione nel sistema pubblico privato, come, ancora, la razionalizzazione degli organismi di parità, funzionali alla promozione di azioni positive che consentano un sostanzioso empowerment delle donne e delle persone socialmente più fragili nel rapporto vita-lavoro.

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Sulla sicurezza, aspettative non soddisfatte

di AIAS

Vogliamo qui esporre alcuni punti di rilevanza e, insieme illustrare il commento di AIAS- Associazione professionale Italiana Ambiente e Sicurezza- allo “Schema di decreto legislativo recante diposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità”, approvato dal Consiglio dei Ministri del 16/06 scorso. Esso intende, tra l’altro,  rendere più agevolmente applicabili alcune previsioni di legge in materia di lavoro e di sicurezza e salute sul lavoro ed alcuni adempimenti documentali posti a carico delle aziende in tema di assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

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Demanzionamento e controllo a distanza, così non vanno

di Marco Lai

La disciplina delle mansioni prevista da l’art. 3, del dlgs. n. 81/2015, entrato in vigore il 25 giugno scorso, riscrive l’art. 2103 del codice civile in tema di mansioni.
Si stabilisce innanzitutto che “il lavoratore deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti all’inquadramento superiore che abbia successivamente acquisito ovvero a mansioni riconducibili allo stesso livello e categoria legale di inquadramento delle ultime effettivamente svolte” (scompare il termine “equivalenti”).
Si prevedono poi due ipotesi di demansionamento.

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