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Newsletter NL n.177 del 28/6/2016

 NEWSLETTER INFORMAZIONI

SOLO LA LOTTA ALLE DISUGUAGLIANZE PUO’ TENERE IN VITA L’EUROPA

di Raffaele Morese

Gli inglesi si sono inguaiati. Lo ammettono anche i vincitori del referendum, pur rassicurandosi che poi le cose andranno meglio. Auguri. Ma hanno inguaiato anche i Paesi che sono rimasti nell’Unione Europea. Non tutti, ovviamente, allo stesso modo, ma nessuno bisognoso di aggiungere difficoltà alle difficoltà preesistenti. E non mi riferisco alle turbolenze dei mercati finanziari che - specie se si protrarranno nel tempo - comunque si ripercuoteranno negativamente sull’economia dell’eurozona. Né agli sconquassi sui bilanci pubblici, per i quali l’intervento della BCE sembra che possa scongiurare quelle situazioni di drammaticità che si sono avuti negli anni passati e che hanno coinvolto anche l’Italia.

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LEZIONE INGLESE SUL VOTO DEI GIOVANI

di Paolo Balduzzi e Alessandro Rosina

Le conseguenze del referendum
Il 23 giugno 2016 il popolo britannico si è espresso a favore dell’abbandono dell’Unione Europea. Un risultato ottenuto con meno del 2 percento di scarto. Un margine ridotto, in termini elettorali, ma con conseguenze certamente storiche. Ovviamente, l’esito di un voto non è mai giusto o sbagliato in sé e la decisione va semplicemente accettata e rispettata. Ci sono, tuttavia, alcune questioni che questo referendum mette in evidenza rispetto alla spaccatura che si è determinata nel paese sulle dimensioni territoriale e generazionale, oltre che su quella sociale.

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IL VERO VOLTO DELL ITALIA 2016 (seconda parte)

di Ferruccio Pelos

Stiamo esaminando a grandi linee parte del Rapporto Annuale ISTAT 2016, La situazione del Paese, presentato nei giorni scorsi.
Nella prima parte di questo articolo (Newsletter NL n.175 del 31/5/2016) abbiamo ripercorso l’evoluzione dell’economia italiana nei suoi aspetti macroeconomici.
Poi è stata la volta delle trasformazioni demografiche e sociali del nostro paese.
Infine abbiamo cominciato a seguire il Rapporto nell’esame delle dinamiche del mercato del lavoro prima in Europa e poi in Italia. Riprendiamo da dove avevamo interrotto e concludiamo la nostra lettura alla fine del capitolo sul mercato del lavoro.
Aumentano le donne al lavoro: esse passano, rispetto al totale degli occupati, dal 38,2% del 2000 al 41,8% del 2015.

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GOVERNARE I MERCATI. UN PROBLEMA DI DEMOCRAZIA

di Sebastiano Fadda

I problemi tra Stati nazionali e mercati hanno incominciato ad emergere nel momento in cui la dimensione degli Stati nazionali e quella dei mercati hanno incominciato a divergere. Tre fattori si possono considerare all’origine della configurazione globale dei mercati: lo sviluppo della tecnologia dell’informazione, lo sviluppo delle reti di comunicazione e la riduzione dei tempi e dei costi di trasporto. Ma va precisato che queste sono soltanto condizioni che hanno reso “possibile” la realizzazione di mercati globali; si tratta quindi di condizioni necessarie ma non sufficienti. Come ebbero a sottolineare Smith e Naim “la globalizzazione non opera primariamente come inevitabile, quasi per natura o per evoluzione storica. Molte dinamiche della globalizzazione sono guidate da interessi potentemente motivati, di natura sia pubblica che privata”.

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LE CONDIZIONI PER LA DETASSAZIONE DEL PREMIO DI PRODUTTIVITA’

di Giuseppantonio Cela

Al di là delle autorevoli istruzioni amministrative, vere e proprie linee guida, preme sottolineare come il  tema all’esame, per la sua attuale impostazione, risulta significativamente connesso a misure di gestione e di riorganizzazione aziendale, anche di tipo strutturale, mirate  all’efficientismo; evidente il beneficio fiscale a favore dei lavoratori, mentre, dopo il superamento dello sgravio contributivo, assume un certo interesse la previsione di misure agevolative, mirate a  sostenere il welfare aziendale rimesso ai contratti di secondo livello.

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PER UNA RIPRESA DELLA PRODUZIONE E DEI SALARI

di Giuseppe Bianchi

C’è un dato largamente condiviso e statisticamente documentato: la produttività del lavoro non cresce da tempo ai ritmi degli altri paesi concorrenti ed in presenza di una dinamica del costo del lavoro sostanzialmente allineata alla media europea, la dinamica del costo lavoro per unità di prodotto penalizza la competitività delle nostre imprese. Questi indicatori aggregati nascondono però, una varietà di situazioni. In uno stesso settore, in una stessa area geografica ci sono imprese espansive che hanno investito, innovato, esportato, traducendo i benefici in maggiori profitti ed imprese che si sono difese con i tagli sui prezzi e sui costi dei fattori produttivi (in primis il lavoro) in un’ottica di sopravvivenza che non ha impedito un forte restringimento della nostra base produttiva.


IL ''DOPO DI NOI'' E' AVVIATO

di Mario Conclave

Approvata definitivamente il 14 giugno scorso la legge   Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare (1). Si avvia una risposta ad una esigenza fortemente sentita e largamente presente: quella di assicurare l’autonomia alle persone disabili dopo la sopravvenuta impossibilità della presenza di familiari o di tutori.
Quindi destinatari finali sono le persone con disabilità grave in situazione di assenza del supporto familiare(2).
Le finalità generali, coerenti con quanto sostenuto dalla Convenzione ONU per il diritto delle persone con disabilità e in linea con alcune indicazioni contenute nel Piano biennale a favore delle persone disabili, prevedono...

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ITALY CLIMATE REPORT 2016: LA NUOVA STRATEGIA ENERGETICA

di Vittorio Martone

L’Europa deve tracciare una nuova e più impegnativa road map climatica per centrare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima, firmato a New York il 22 aprile scorso, che prescrive di puntare a un contenimento dell’aumento della temperatura ben al di sotto di 2° C, raggiungendo una soglia di 1,5° C.
Nel quadro continentale l’attuazione dell’Accordo richiede l’aggiornamento del pacchetto clima al 2030, con target più ambiziosi. Lo scenario compatibile con l’obiettivo 1,5° C sarebbe in Europa ben più impegnativo di quello a 2° C e richiederebbe entro il 2030 una riduzione delle emissioni del 50-55% rispetto al 1990 (contro il 40% del pacchetto 2030 corrispondente al target dei 2° C) e quindi anche un aumento significativo dei target del 27% per le rinnovabili e per l’efficienza energetica. 

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CHE C'ENTRANO LE BANCHE CON LA PENSIONABILITA' FLESSIBILE?

di Fabio Fonzo

Il tema della flessibilità in uscita per  i lavoratori prossimi all’età di pensionamento obbligatorio interessa sicuramente, ma non esclusivamente il Governo, se forma oggetto in questi giorni di un tavolo di confronto fra il Ministro del Lavoro e i Segretari Confederali. Il nodo da sciogliere dovrebbe essere – come al solito – il costo dell’operazione che, a quel che è dato sapere, potrebbe essere molto oneroso per i diretti interessati, se non altro perché in sostanza si risolve in un’operazione gestita da soggetti e regole privatistiche dei mercati finanziari. Più precisamente occorre ottenere un mutuo da una banca o istituto similare che, ovviamente , dovrà essere remunerato a prezzi di mercato, e adeguatamente garantito da una polizza d’assicurazione per la restituzione delle rate di mutuo, che – altra ovvietà – avrà un costo.

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VATICANO, TRASPARENZA FINANZIARIA E PIANTO ANTI-CRISI DA BREXIT

di Pierluigi Mele

Come si sa una delle sfide che Papa Francesco sta affrontando, per la riforma della Curia romana, è quella della trasparenza finanziaria in Vaticano. Recentemente l’ AIF (AGENZIA DI INFORMAZIONE FINANZIARIA della Santa Sede) ha prodotto un rapporto sulla situazione odierna in Vaticano. Argomento, quello della trasparenza, che, in passato, ha suscitato nell’opinione pubblica molte polemiche. Ora una nuova stagione si è aperta.  Inoltre quale potrebbe essere l’influenza della crisi economica da Brexit sulle istituzioni finanziarie cattoliche? Ne parliamo in questa intervista con il professor Angelo Paletta, docente di Management alla Pontificia Università della Santa Croce e autore del libro “Management per Ecclesiastici”.

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