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NEWSLETTER n.214 del 17 APRILE 2018

 FLAT TAX, l' illusione della bacchetta magica

Una proposta durata lo spazio di una campagna elettorale?

di Raffaele Morese 

Nel mondo, l’ossessione per chi governa è la sempre più affannosa ricerca delle risorse finanziarie per farsi apprezzare dai cittadini, sia che l’hanno votato, che non lo abbiano fatto. In un Paese come l’Italia, afflitto da un endemico fardello com’è quello del debito pubblico, l’ossessione scatena ancor di più la fantasia, specie in campagna elettorale. Non c’è partito che non prometta di aumentare le spese e di abbassare le tasse, arrampicandosi sugli specchi per dimostrare la compatibilità tra le due operazioni. E tutti con la volpe sotto le ascelle: cogliere l’occasione (quasi sempre drammatica se non nefasta) o qualche gesto di un “avversario” sulle quali far cadere la responsabilità del mancato rispetto della promessa fatta.

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La ragione delle tasse è nella solidarietà

di Papa Francesco

Quando il capitalismo fa della ricerca del profitto l’unico suo scopo, rischia di diventare una struttura idolatrica, una forma di culto. La “dea fortuna” è sempre più la nuova divinità di una certa finanza e di tutto quel sistema dell’azzardo che sta distruggendo milioni di famiglie del mondo, e che voi giustamente contrastate. Questo culto idolatrico è un surrogato della vita eterna. I singoli prodotti (le auto, i telefoni…) invecchiano e si consumano, ma se ho il denaro o il credito posso acquistarne immediatamente altri, illudendomi di vincere la morte.

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Per un fisco più semplice e più equo

di Nicola Rossi

Anche il presidente della Repubblica ci ha recentemente ricordato l’importanza di una riforma fiscale «per rendere il nostro sistema più semplice ed efficiente». E con lui il Fondo monetario internazionale. Il sistema fiscale italiano costituisce ormai un freno non più sostenibile per l’economia italiana. Per la sua straordinaria complessità, per il suo peso eccessivo, per la sua strutturale inefficienza e, come se non bastasse, per la sua limitata portata redistributiva: non riusciamo ad aiutare chi davvero è rimasto indietro, come dimostrano i dati sempre più preoccupanti sulla diffusione della povertà.

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Spartiacque tra visioni diverse della funzione del fisco

di Romano Prodi
E’ ormai dottrina comune che il fossato fra ricchi e poveri sia aumentato all’interno dei paesi industrializzati e si legge in tutte le indagini empiriche che le operazione di riequilibrio sono quasi impossibili se non sono accompagnate dalla crescita economica. La lunga austerità non ha quindi giovato né all’aumento dell’occupazione, né al bilancio dello Stato né alla giustizia sociale. 

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È nella Costituzione il primo no alla flat tax

di Enrico De Mita

La crisi politica italiana è caratterizzata dalla sottovalutazione dei principi costituzionali come è dimostrato dalla vicenda del referendum costituzionale, per fortuna sconfitto dagli italiani. La politica italiana è caratterizzata dall’assenza di orientamenti in nome di una presunta priorità del profilo tecnico delle vicende. 

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L’importanza di una riforma del sistema fiscale

di Mauro Marè e Pietro Reichlin

I programmi elettorali dei maggiori partiti sembrano suggerire che nel prossimo parlamento esisterà una maggioranza a favore di un’ambiziosa revisione del nostro sistema fiscale. Ciò non significa che per questo si riuscirà a farla: il centrodestra punta alla flat taxe all’abolizione dell’Irap, i 5 Stelle alla revisione delle aliquote Irpef e a sussidi generosi e generalizzati per disoccupati e incapienti, il PD alla decontribuzione sui contratti a tempo indeterminato e all’estensione degli 80 euro ai lavoratori autonomi. Molte di queste proposte sono irrealizzabili per difetto di coperture. Ogni anno servono tra i 15 e i 20 miliardi per disinnescare le clausole di salvaguardia e la flat taxe il reddito di cittadinanza sono misure costose, destinate al libro dei sogni di chi li propone. 

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Un assunto difficilmente dimostrabile

di Fulvio Fammoni

Durante la campagna elettorale, assieme alla proposizione di condoni e sanatorie, una delle proposte più ricorrenti riguarda la cosiddetta flat tax. La proposta si basa su un assunto difficilmente dimostrabile. Se nessuno può negare che questo meccanismo abbasserà l’introito fiscale futuro (di quanto lo stabilirà la percentuale di prelievo), i proponenti affermano che sarà compensato da una emersione di gettito finora evaso. 

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Opportunita' di contrasto ed evasione

di Giovambattista Palumbo

Il dibattito sulla flat tax sta suscitando molte reazioni, sia in politica che in dottrina, soprattutto sul fronte delle coperture e dei riflessi in ordine alle casse dello Stato.
La proposta di un’imposta ad aliquota unica, peraltro, risale alla scuola di pensiero economica supply-side economics.
Secondo tale teoria un’imposta sul reddito ad aliquota unica sarebbe un utile strumento per semplificare la tassazione, anche in vista di una graduale riduzione del peso dello Stato nell’economia, e al fine di liberare le forze di mercato (secondo il modello della “curva di Laffer“, infatti, una riduzione delle aliquote può produrre un aumento dell’attività economica e quindi delle entrate fiscali).

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Chi guadagna e chi perde

di Massimo Baldini e Silvia Giannini

Con la flat tax una parte significativa dello sgravio totale andrebbe al 10 per cento più ricco dei contribuenti, mentre sarebbero pochi i benefici per le famiglie con redditi medi. Rischio evasione per non superare la soglia oltre la quale si paga la sanità.
Classe media penalizzata
Abbiamo già commentato in un altro articolo la proposta di flat tax lanciata dall’Istituto Bruno Leoni. Qui discutiamo alcuni aspetti della riforma ipotizzata dall’Ibl che riguardano l’imposta sul reddito.

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Come funziona dove è stata applicata

Redazione TODAY

Intorno alla metà degli anni Novanta, in seguito alla caduta del muro di Berlino, i paesi dell’est d’Europa introdussero la flat tax, l'aliquota unica con l’obiettivo di attrarre investimenti esteri e riavviare le proprie economie. Volevano offrire la più bassa aliquota possibile per attrarre gli investitori esteri. Nel 1994 l’Estonia è stato il primo paese d’Europa ad introdurre l’aliquota unica al 26%, a seguire la Lettonia e la Lituania; nel 2001 anche la Russia ha optato per la flat tax sul reddito personale, e nel 2004 la Slovacchia ha sostituito una tassazione progressiva con l’aliquota unica al 19%.

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