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NEWSLETTER n.233 del 12 MARZO 2019

In memoria di Stefano Patriarca

 

Il 14 febbraio scorso Stefano si è arreso ad una devastante malattia. Abbiamo perso un amico di rara raffinatezza intellettuale ed umana. Lo dimostrava sia che ci si incontrava per strada, sia che partecipassimo a convegni di studio. E con lui, il tempo diventava prezioso, perché ti lasciava sempre qualcosa su cui meditare e rielaborare. Era apprezzato nel mondo del lavoro, perché la sua militanza nella CGIL non gli faceva velo nel coltivare rapporti con la CISL e la UIL. Lo è stato dopo che ha smesso la quotidianità sindacale, diventando rapidamente uno dei più affidabili esperti di lavoro e di welfare, con particolare dedizione alla questione pensionistica. Per questo, ricoprì diversi incarichi pubblici, senza mai attaccare l’asino dove voleva il padrone. La sua è stata una bella lezione di vita e noi di Nuovi Lavori conserveremo di lui un ricordo fresco e stimolante.


  ''QUOTA 100'', COME TIRARE UNA RIGA E FARE PASTICCI

 

Una mina sotto l’europeismo dell’Italia

di Raffaele Morese

Tutti vorrebbero andare in pensione il più presto possibile. Il senso di libertà, che si avverte dal giorno in cui non “devi” andare a lavorare perché il tuo reddito sarà assicurato regolarmente dall’Inps, è di portata colossale. Anche per questo, il desiderio è legittimo.

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A vent’anni da un’ occasione mancata?

di Fabrizio Patriarca e Stefano Patriarca

A venti anni dalla cosiddetta «riforma Dini» si può cercare di capire se e quanto quella riforma del sistema previdenziale italiano abbia influenzato le variabili principali del sistema economico e sociale italiano, cogliendo, e in che misura, gli obiettivi che si era posta.

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Le pensioni dei giovani e dei "deboli" nel mercato del lavoro

di Maurizio Benetti

L'introduzione di un nuovo canale di uscita pensionistico con la cosiddetta “pensione quota 100” ha suscitato un vasto dibattito sulla sua opportunità, sui suoi costi, sui suoi effetti sulla sostenibilità del sistema, sulle sue conseguenze sul mercato del lavoro.

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Quo vadis quota 100?

di Alberto Brambilla

Le domande: A poco più di un mese dall’introduzione di Quota 100 dalla legge di bilancio 2019 e dal “decretone” del 29 gennaio, scorso le richieste di pensione anticipata sono 77.483. Ciò non significa che si trasformeranno tutte in pensioni.

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Una controriforma dagli anni ''contati''

di Giuliano Cazzola

Quota 100 sembra essere divenuto un obiettivo militare, un fortilizio nemico da espugnare a tutti i costi. L’Inps fornisce quotidianamente – con la puntualità di un cronografo svizzero – i dati sulle domande presentate per ottenere la pensione, con una meticolosità statistica da lasciare a bocca aperta: la distribuzione territoriale fino alla provincia (per quanto ci riguarda non abbiamo ulteriormente approfondito); la suddivisione per genere e per età; l’appartenenza delle diverse gestioni; la scelta del canale d’accesso (Patronati, Sedi territoriali Inps, ecc.).

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Pensioni: la rotta è un’altra*

di Sandro Gronchi

A chi gli chiese un parere su quel “vestito d’Arlecchino” che è sempre stato il sistema pensionistico italiano, Peter Diamond replicò che i ponti devono progettarli gli ingegneri. Le cronache autorizzano a dubitare che la condizione sia sufficiente, ma nessuno vorrà negare che è almeno necessaria. Di ingegneri al lavoro sulle pensioni se ne vedono pochi.

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Itinerari Previdenziali. L’insostenibile pesantezza del welfare*

di 

“Sotto controllo la spesa previdenziale, fin troppo generosa quella per assistenza”. La fotografia scattata dal Sesto Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano, redatto dal Centro Studi di Itinerari Previdenziali, presentato mercoledì scorso a Roma in presenza di esponenti politici governativi e del Parlamento...

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Oltre i numeri, la lezione di un riformista*

di Vincenzo Galasso e Tommaso Nannicini

Ci sono persone con cui hai condiviso una vita e che quando se ne vanno non possono che lasciare un vuoto immenso. Ce ne sono altre che hai incrociato da poco, ma che lasciano un vuoto parimenti incolmabile. Perché bastava una parola o uno sguardo per far scattare una sintonia speciale: quell’impasto magico in cui lavoro e amicizia, dossier professionali e affetto, si amalgamano in una miscela unica.

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