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NEWSLETTER APPROFONDIMENTI n.256 del 19 MAGGIO 2020 


''LA CURA DELLA SCUOLA NELLA PANDEMIA''


Studiare meno (ore), studiare tutti (in classe)

di Raffaele Morese

Ormai è chiaro che la Ministra della Pubblica Istruzione, Lucia Azzolina si è trovata a gestire una patata estremamente bollente. Per affrontarla, si è circondata da circa 70 esperti che evidentemente hanno contribuito a trasformare il Ministero di viale di Trastevere, in una piccola Babele. Il frastuono non ha giovato alla limpidezza delle scelte, salvo la prima: chiudere tutto fino a nuovo ordine. Con una deroga: chi poteva e voleva - sia che fosse insegnante che studente – avrebbe proseguito attraverso l’“home schooling”.

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Facile la chiusura, problematica l'apertura a settembre

di Andrea Gavosto

Dall’inizio di maggio, l’Italia ha progressivamente allentato le misure di contenimento sociale rese necessarie dal Covid-19 ed è entrata nella cosiddetta fase 2. Al lento calare dei contagi, il Governo ha riaperto dapprima le fabbriche, poi i servizi personali, infine i viaggi e le attività di intrattenimento. Manca all’appello la scuola, che, come noto, rimarrà chiusa fino a settembre: l’unica parziale eccezione saranno gli esami di maturità che, secondo l’ordinanza della ministra Azzolina, si terranno in presenza a giugno.

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Come riformare le scuole facendo di necessità virtù

di Andrea Gandini

In gran parte delle nazioni europee le scuole d’infanzia e le elementari hanno riaperto (nonostante avessero avuto un lockdown minore del nostro) o sono rimaste sempre aperte, o per tutti gli studenti (come in Svezia) o per i soli figli dei lavoratori dei servizi essenziali (come in Germania, Alto Adige, Inghilterra, etc.). In alcuni casi (Germania) si è estesa l’apertura anche agli ultimi 2 anni delle scuole superiori. In Italia, rinviando l’apertura a settembre si è persa l’occasione di sperimentare in giugno in modo da poter disporre di utili indicazioni per la riapertura successiva.

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Le scuole in Europa non ci hanno imitato

di Matteo Foschi

In Svezia, dove non c’è mai stato (unico caso in Europa) lockdown, ovviamente anche le scuole non hanno mai chiuso. In Danimarca hanno riaperto per prime sia asili che scuole elementari il 15 aprile e dal 18 maggio sono tornati in aula anche gli studenti delle superiori ma solo per dare l’esame di maturità. In Norvegia hanno riaperto gli asili nido dal 20 aprile e a seguire materne, elementari e medie (sono stati rinviate le superiori e l’Università). In Olanda hanno riaperto dall’11 maggio scuole d’infanzia ed elementari a part-time, mentre dal 1° giugno sono previste le riaperture delle   scuole secondarie.

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A settembre, far tornare tutti gli studenti in classe

di Maddalena Gissi

Non può sfuggire a nessuno, e certo non sfugge a noi, che le drammatiche conseguenze prodotte dalla pandemia sul sistema economico e produttivo richiederanno di destinare ingenti risorse, per tempi che è difficile stimare, a interventi che scongiurino un possibile disastro sociale. Che questa sia oggi un’assoluta priorità è fuori discussione. Così come lo è la necessità di garantire un adeguato livello di protezione sanitaria, per non essere colti impreparati qualora si scateni una nuova ondata di contagio prima di avere pronte e disponibili, auguriamoci al più presto, le armi per un’efficace difesa farmacologica. 

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Coraggio, andiamo a scuola all' aria aperta

di Mirella D’Ascenzo

L’emergenza COVID-19 ha completamente alterato la vita dell’infanzia e dell’adolescenza: l' "io resto a casa" prolungato nel tempo ha costretto a rimodulare i tempi e gli spazi di vita stravolgendo la socializzazione ma anche la scuola, ripensata solo in termini di didattica a distanza, che ha molti limiti e ‘perde’ tanti studenti sprovvisti di tecnologia adeguata. 

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Povertà educativa, prima e durante il Covid-19

di Marco Rossi Doria

Prima del Covid-19.
L’esclusione precoce dall’educazione e la povertà minorile sono massicciamente presenti nel nostro Paese ben prima di questa crisi, in modo strutturale. Esclusione e povertà dei minori chiamano in causa i contesti multi-fattoriali dell’esclusione, secondo trame assai complesse. 
È utile, per costruire una riflessione ben fondata, partire da un punto: il fallimento scolastico e formativo dei/lle bambini/e e dei/lle ragazzi/e. Per quanto riguarda il tasso di dispersione scolastica la nostra situazione è migliorata molto lentamente negli ultimi lustri: dal 20,8% del 2006 al 13,3 del 2016(1).

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Il contrasto alla povertà educativa minorile nella pandemia

di Carlo Borgomeo

Nelle cronache della crisi sanitaria, nella denuncia delle situazioni di grave disagio, con grande ritardo è emersa la questione della condizione dei bambini e degli adoloscenti, costretti a casa dalla chiusura delle scuole. E, per paradosso, è emersa soprattutto in relazione alla possibile ripresa del lavoro da parte delle donne. Una conferma, se mai ce ne fosse bisogno, della grave sottovalutazione che la pubblica opinione opera rispetto ai problemi dell’educazione dei giovani. 

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La Scuola è Socialità. Non si rimpiazza con monitor e tablet

di Massimo Cacciari e altri

Per quanto ancora frammentari e non univoci, i messaggi che ci raggiungono in questo esordio della fase 2 a proposito della scuola sono ben più che allarmanti.
La prospettiva che emerge è quella di una definitiva e irreversibile liquidazione della scuola nella sua configurazione tradizionale, sostituita da una ulteriore generalizzazione e da una ancor più pervasiva estensione delle modalità telematiche di insegnamento. Non si tratterà soltanto di utilizzare le tecnologie da remoto per trasmettere i contenuti delle varie discipline, ma piuttosto di dar vita ad un nuovo modo di concepire la scuola, ben diverso da quello tradizionale.

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Didattica a distanza, alunni disabili e famiglie: attrezzarsi

di Marino Lizza

’emergenza sanitaria ha travolto il mondo della scuola in maniera traumatica, più ancora di quanto accaduto in quello del lavoro. 
Centinaia di migliaia di aziende, inclusa una gran parte di quelle più grandi, avevano già avviato soluzioni di smartworking o almeno una certa quota del suo sottoprodotto (il telelavoro). In una certa percentuale l’attività produttiva ha potuto continuare su canali già rodati anche se il lockdown ha imposto un’accelerazione quantitativa che ha snervato non poco le organizzazioni.

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La dea Ansia

di Alessandro D'Avenia

«Ansia» è stato il nome scelto da una bambina di quinta primaria, quando una collega ha chiesto alla classe di inventare una divinità, dopo aver spiegato loro che gli antichi divinizzavano ciò che ha potere sulla vita: Destino, Invidia, Bellezza... La decenne ha così giustificato la scelta: «Mia madre mi dice sempre che, se non mi impegno, non troverò lavoro». Gli dei contemporanei non sono meno crudeli ed esigenti di quelli antichi. I sempre più diffusi disturbi alimentari e di apprendimento sono in parte ribellioni alla vita come «concorso» basato sulla «prestazione», anziché «percorso» centrato sulla «presenza».

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Lettera alla Ministra Azzolina ...

di Un Padre

Caro Ministro Azzolina,
Sono un papa’ di un bambino che fa prima media. 
Io non ne ce la faccio più. 
Ho ristudiato il neolitico, i romani i normanni, i saraceni, le frazioni, le potenze, i verbi della prima, della seconda e della terza coniugazione i bachi da seta (sigh i bachi da seta!) e una poesia di Pasqua.
A memoria.

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