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NEWSLETTER APPROFONDIMENTI n.258 del 16 GIUGNO 2020 


''IL PRANZO EUROPEO NON SARA' GRATUITO''

 

La condizionalita' che fa bene

di Raffaele Morese

Gli interventi dei “4 moschettieri” europei (Gentiloni, Lagarde, Michel e Von der Leyen) invitati dal Governo italiano agli Stati Generali sul futuro economico e sociale del Paese, non devono essere stati completamente apprezzati dal Presidente del Consiglio Conte. Non sono mancati le pacche sulle spalle, i complimenti su come è stata gestita la pandemia, la gentilezza nel linguaggio, la solidarietà sincera riassumibile nella frase ad effetto e in italiano della Presidente della Commissione Europea “l’Europa s’è desta”.

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I soldi ci sono, i bisogni sono noti, come si crea lavoro.

di Manlio Vendittelli*

Per punti sommari: l’economia urbana (soprattutto) e agricola (in parte) registrano crisi profonde come comparti e nelle singole aziende; il sistema industriale registra difficoltà legate alla diminuzione dei consumi (generali e individuali), alla mobilità e alle difficoltà dell’organizzazione (quantitativa e qualitativa) del lavoro; il settore dei servizi (pubblici e privati) ha risentito nei modi che tutti abbiamo visto; il settore della cultura, dalla scuola ai musei e ancora di più alla ricerca (fatta salvo quella legata al coronavirus), ha avuto un crollo verticale sorretto solo dal mantenimento delle attività minime capaci di giustificare il “necessario e sufficiente”.

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Per un nuovo paradigma degli orari di lavoro

di  L. Pero, L. Campagna, A. Marsala

Le proposte

La tesi che proponiamo è che la riduzione dell’orario di lavoro, in modi mirati, progressivi e in piccole dosi ma generalizzate, sia una leva fondamentale per aiutare il nostro paese a uscire dalle difficoltà strutturali in cui si trova. Una riduzione ben congegnata e adattata alle filiere, distretti o alle singole realtà produttive ci aiuterebbe sia ad uscire dalla crisi generata dalla pandemia, sia a prepararci al sistema produttivo del futuro, sia ancora per soddisfare nuovi modi di vita. Il futuro infatti avrà più tecnologie digitali, più robotica, più “green”, più smart working , più intelligenza artificiale  e più economia circolare. 

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Due attori per il dopo pandemia, banche e risparmiatori *

di Marcello Messori**

Un settore bancario italiano meno fragile di quello esistente potrebbe svolgere un ruolo importante per disinnescare, oggi, l’avvio di un tale circolo vizioso. Le nostre banche dovrebbero impegnarsi a stimolare i finanziamenti, coperti da garanzie statali, e a utilizzare così in modo adeguato gli stimoli offerti dalla BCE fino all’inizio del 2022 attraverso l’immissione di un ingente ammontare di liquidità nel canale bancario; e, nello svolgere questa funzione, esse dovrebbero perseguire vantaggi sistemici di lungo termine senza sfruttare le smagliature normative per l’ottenimento di miopi vantaggi di breve termine (appesantimento degli oneri finanziari e sostituzione di precedenti prestiti non garantiti con i nuovi prestiti coperti da garanzie statali).

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Il tempo delle scelte

di Romano Prodi *

Nonostante il momento drammatico che stiamo vivendo, non è certo facile seguire i contenuti del dibattito politico italiano. Cercherò di farlo con il massimo livello possibile di approfondimento e di equità. 
Prendo come punto di partenza la missione data a Vittorio Colao di presiedere un Comitato di esperti di diverse materie, con lo scopo di elaborare un progetto per aiutare l’Italia ad uscire dalla crisi attuale e costituire poi il punto di partenza per i cambiamenti necessari a preparare una nuova fase di sviluppo.

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Cipolletta: Più stato? una necessità ma comanda il mercato*

di Dario di Vico

Il nuovo presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, sin dalle prime uscite ha messo in guardia le imprese dallo statalismo e dal rischio di vivere nell' economia del Debito. Da economista e presidente di Assonime, Innocenzo Cipolletta, condivide questa posizione? 

« Quando si verificano crisi come questa è inevitabile il ritorno dello Stato. Nel 2008 negli Stati Uniti la mano pubblica è entrata nelle industrie dell'auto che rischiavano di chiudere e qualcosa del genere è avvenuto poi un po' in tutto il mondo con le banche bisognose di salvataggio. Il rischio è che queste operazioni si rivelino a termine e finalizzate solo a rimediare ai guasti dell'emergenza. È sensato quindi che Confindustria si preoccupi, perché gran parte delle imprese italiane dipenderanno giocoforza dai finanziamenti statali e dovranno accettare quantomeno dei vincoli alla loro azione, come possono essere il blocco dei licenziamenti e dei dividendi. Ma è un rischio da correre per superare la crisi». 

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Ecco i veri numeri della recessione

di Federico Fubini

L'Italia vive oggi sotto l'effetto di un colossale, costosissimo, inevitabile, ingiusto antidolorifico. Quasi tutte le ferite aperte nelle imprese, nelle banche e nei redditi delle famiglie sono state sedate con uno tsunami di sussidi che stanno raggiungendo capillarmente stati vastissimi della società. Il trauma della recessione è attutito dall'effetto potente e diseguale della spesa pubblica, per ora.

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Riforma fiscale, spesa e semplificazione

di Mauro Marè** e Nicola Rossi***

Il dibattito sull’uso dei fondi europei per il finanziamento della riforma fiscale va al cuore del problema. Che entrate non ricorrenti non possano essere utilizzate per finanziare una riforma che implicherà - speriamo! - minori entrate in termini permanenti è cosa fin troppo ovvia. ll punto è altro. Se - come par di capire - è la lotta alle disuguaglianze una delle stelle polari della politica economica prossima ventura, allora l’occasione che si offre all’Italia è irripetibile e passa proprio per una netta separazione fra l’ utilizzo delle risorse europee e le modalità di attuazione di una riforma fiscale. 

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Barca: “Sul Reddito di emergenza non ci siamo”

di Salvatore Cannavò

Fabrizio Barca, già dirigente della Banca d’Italia, ministro della Coesione sociale nel governo Monti, oggi coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità, un impegno nella “cittadinanza attiva” con idee di sinistra, chiede una scossa al governo. In particolare sul Reddito di emergenza. Ha dichiarato: siamo rattristati". Perché?

Sono 30 giorni che presentiamo proposte e il provvedimento resta inadeguato, imprigionato da vincoli di bilancio. In questa fase non ci può essere vincolo di bilancio, specie per i più vulnerabili.  Dobbiamo renderli liberi dall’angoscia e in grado di riprogrammare la loro vita.

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La sorpresa tedesca un esempio per l’Europa

di 

Ormai tutte le previsioni concordano nell’indicare un 2020 horribilis ovunque nel mondo. Per il 2021 c’è maggiore incertezza ma siamo in molti a pensare che le ferite inflitte all’economia dal Covid-19 siano profonde e avranno quindi effetti negativi persistenti sulla crescita oltre il 2020. 
Sostenere l’attività economica con misure di stimolo alla domanda anche in questa fase in cui l’emergenza sta per terminare o perlomeno in cui l’economia riapre, è necessario. Per questo ci vogliono politiche adeguate che non sono le stesse di quelle pensate per sostenere imprese e famiglie nel lockdown o di quelle necessarie a sostenere un programma di ricostruzione per il lungo periodo.

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C’è un tesoro nel terzo settore*

di Mario Calderini**

Ci siamo illusi che producendo tante nuove idee avremmo risolto i problemi dell’innovazione, del mercato e della società. Ma nel momento in cui abbiamo potenziato la nostra capacità di produrre nuove idee si è aperto un problema nuovo: come facciamo a estrarre un valore, un significato e un senso da queste idee? Sappiamo ancora definire il valore e il senso di ciò che realizziamo? Più o meno questo scriveva Roberto Verganti nel suo libro Overcrowded, ponendo il fondamentale del problema dell’innovazione di senso, molto di questo si trova in The Value of Everything di Mariana Mazzucato.

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 Scelte esigenti

di Gianfranco Solinas

Questo duro tempo di pandemia, col suo carico di morte, di isolamento, di disoccupazione crescente continua ad interrogare tante persone, un po’ ovunque.Molti, per i compiti di lavoro e di cura che occupano molto del loro tempo, non hanno modo di comunicare quello che vanno riflettendo. L’età avanzata permette ad altri di trovare lo spazio per offrire questo servizio, dando in tal modo un piccolo contributo al dialogo. Mi ritrovo tra costoro. Questa volta sono stato particolarmente stimolato dalla lettera che p. Pino Stancari, dalla Casa del Gelso di Castiglione Cosentino, dove vive, ha inviato ai suoi amici. 

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