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Newsletter approfondimenti NL n.269 del 26/1/2021

 IL SALARIO MINIMO LEGALE TRA ILLUSIONE E REALTA'

 

 

Il problema c’è, ma la soluzione non può essere uno slogan

di Raffaele Morese

Recentemente, la Ministra del Lavoro Catalfo è ritornata a ribadire che “l’introduzione di un salario minimo legale è indispensabile” (audizione presso la Commissione Lavoro del Senato, 14/01/2021). La questione si trascina da qualche anno senza trovare punti fermi da cui trarre una considerazione come quella fatta dalla Ministra. Se ci fossero, probabilmente si sarebbe già trovata un’equa soluzione e fatto lavorare meno (e spesso inutilmente) giuristi, esperti, politici, parlamentari, parti sociali. La quadratura del cerchio, invece, stenta a delinearsi e non dipende   soltanto dalla buona volontà del legislatore.

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La direttiva europea apre una nuova fase

di Tiziano Treu

Il tema del salario minimo è da qualche tempo al centro (anche) del dibattito italiano, sollecitato tra l’altro dal fatto che l’Italia è uno dei pochi  paesi europei sprovvisti di una normativa in materia. Nonostante le opinioni favorevoli a tale normativa espresse da molti esperti, nazionali e internazionali, le proposte di legiferare sui minimi salariali  non hanno mai superato  la fase istruttoria: vedi già la legge  delega del  10.12.2014 n. 183 rimasta inattuata a causa della contrarietà delle parti sociali e in particolare dei sindacati.

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Il nodo e’ la proliferazione dei contratti

di Giuliano Cazzola

"La proposta di direttiva europea sull`adeguatezza salariale, primo intervento dell`Unione riguardante direttamente la materia del salario minimo, segna un cambio di rotta, dopo che per anni si erano moltiplicate le raccomandazioni europee in questa direzione". Ad affermarlo è Tiziano Treu, presidente del Cnel, durante un’audizione alla 14a Commissione Politiche dell`Unione Europea al Senato sulla "Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a salari minimi adeguati nell'Unione europea".

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O salario minimo per legge o applicazione dell’art. 39*

di Pietro Ichino*

Essenzialmente le obiezioni al salario minimo per legge attengono alla discussione se tale potere debba appartenere alle parti sociali che lo esercitano liberamente tramite la contrattazione collettiva o allo Stato che lo esercita tramite la legge. In realtà forse stiamo parlando di due cose diverse: un conto sono i minimi tabellari fissati dalla contrattazione nazionale, che incorporano una parte di redistribuzione della ricchezza creata: premiano quindi almeno in parte  i risultati generali del comparto (una distribuzione più importante e articolata dovrà spettare alla contrattazione aziendale, che gestirà la premialità).

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La questione salariale non passa dal salario minimo legale

di CGIL,CISL,UIL

Onorevole Presidente, Onorevoli Senatrici e Senatori,
la discussione che il Parlamento avvia circa la introduzione in Italia di un salario minimo orario costituisce una utile occasione per riflettere e intervenire su come meglio tutelare i salari dei lavoratori italiani e più in generale su come rilanciare una azione per il loro incremento. Anche per questo motivo le nostre Organizzazioni Sindacali ringraziano per l’odierna audizione.

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Confindustria-sindacati, accordo contro il dumping contrattuale*

di Giorgio Pogliotti

Accordo tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil sul nuovo modello contrattuale e le relazioni industriali. Contro il dumping contrattuale - ovvero la proliferazione di contratti firmati da organizzazioni prive di rappresentanza- il testo elaborato dalle parti prevede che venga misurata la rappresentanza anche delle associazioni datoriali. Dopo i sindacati, sarà certificato anche il peso specifico alla rappresentanza delle imprese stipulanti contratti nazionali.

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Nuova anagrafe per scovare i contratti ''pirata''*

di Evangelista Basile

Lo scorso 4 aprile 2019 è stato presentato dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) – ai sensi dell’articolo 99, comma 3, Costituzione – al Senato della Repubblica il DdL 1232, per la creazione di un codice unico di identificazione dei contratti e degli accordi collettivi di lavoro nazionali. 

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Reddito minimo garantito o reddito universale di base?*

di Lucandrea Massaro**

Il Papa ha lanciato un sasso e smosso le acque, sta alle forze sociali, ai laici, ai movimenti e alla politica trovare una soluzione, specie in questo periodo, in occasione della Pasqua, il Papa ha inviato un messaggio, noto come “Lettera ai movimenti popolari” con cui da tempo il pontefice ha intessuto un dialogo, parlando apertamente di una «retribuzione universale» di base: «Forse – dice Francesco – e? giunto il momento di pensare a una forma di retribuzione universale di base che riconosca e dia dignita? ai nobili e insostituibili compiti che svolgete; un salario che sia in grado di garantire e realizzare quello slogan cosi? umano e cristiano: nessun lavoratore senza diritti».

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