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Ancora molte criticità per i centri per l’impiego

Sono d’accordo con diverse delle considerazioni sinora espresse. Soprattutto sull’idea che il tema rilevante che abbiamo di fronte non riguarda la redistribuzione del poco lavoro che c’è, ma la creazione nuova occupazione, di nuovo lavoro. Questo è l’elemento cui fornire priorità. E’  bene spostare risorse dalle politiche passive alle politiche attive, ma a questo deve accompagnarsi uno sviluppo solido di cui abbiamo comunque bisogno per garantire una tenuta sociale del Paese, che in questo momento rischia di saltare. 

Concordo anche con chi sostiene che la Youth Guarantee rappresenta una sfida in questo quadro, una sfida che dobbiamo cogliere. Anche perché per la prima volta, finalmente, anche il Governo nazionale mette in campo politiche sui giovani. Infatti se si guarda alla programmazione nell’ultimo settennio 2007-2013, se c’è chi ha messo in campo iniziative e interventi sui giovani sono state solo le Regioni. Ovviamente con la diversa velocità che purtroppo caratterizza il nostro Paese, ma con in generale una serie di esperienze molto significative, si hanno attività di collocazione, creazione di impresa, con interventi di sistema che partono dalla presa in carico, passano per il lavoro e arrivano fino alla creazione d’impresa. Oggi, finalmente, abbiamo anche a livello nazionale la focalizzazione del tema dei giovani sui quali possiamo concentrare gli interventi. Anche perché tutti abbiamo la consapevolezza che da qui passa la tenuta democratica del Paese e dell’Europa stessa. Non è immaginabile un continente che presenti strutturalmente tassi di disoccupazione giovanile oltre il 20% e in alcuni casi vicini al 40%. Quindi utilizziamo questa sfida per trainare, per determinare un salto di qualità, non come evento salvifico capace di riformare l’intero sistema dei Centri per l’Impiego, ma come volano per la riorganizzazione del sistema. 

Una riorganizzazione che passa, come da molti sostenuto, attraverso una crescente integrazione tra pubblico e privato. Mettere in linea il ruolo del pubblico e il ruolo del privato, evitando di creare nuove rendite di posizione e valorizzando fortemente il tema delle premialità. Il pubblico dovrà assumere e prendere in carico il soggetto della Youth Guarantee. Poi anche offrire, laddove possibile, una serie di prestazioni a seconda dell’organizzazione dei servizi nei diversi territori. Al privato si richiede l’offerta di servizi che favoriscano il placement, ripagando il servizio in base ai risultati attesi. Quindi evitare rendite di posizione, ma fornire premialità in base al risultato. 

Detto questo, sottolineo anche il fatto che resta il problema della presa in carico. Sappiamo che occorre parlare della riforma dei servizi per il lavoro: io sono per un sistema nazionale per il lavoro, organizzato in un’agenzia nazionale e in agenzie regionali. Specie se andiamo avanti con il superamento delle Province sarà questa la soluzione a mio avviso più consona. Un’agenzia nazionale che è di monitoraggio, di definizione dei livelli di prestazione, di verifica sul funzionamento del sistema – quando necessario – di poteri sostitutivi delle agenzie regionali che non funzionano. Agenzie regionali che avranno un ruolo di organizzazione ed erogazione del servizio, perché il servizio va tarato su scala territoriale. Dobbiamo lavorare per arrivare a questo, secondo me, ma dobbiamo, al contempo, garantire che a gennaio ci siano i Centri per l’Impiego e che ci siano le risorse per farli andare avanti. Un’avvertenza: la programmazione 2014-2020 partirà, se tutto va bene, a novembre del 2014 ma, visto l’andamento attuale, forse a  gennaio 2015. Specie nel Centro Nord, allora, avremo Regioni che non avranno le risorse per garantire l’apertura dei Centri per l’Impiego. La Toscana, ad esempio, ha recuperato 7 milioni di euro nella programmazione in chiusura per garantire il personale. Stiamo poi utilizzando tutto il fondo di riserva per le politiche del personale per garantire la presenta di risorse umane nei Centri per l’Impiego del 2014. Pertanto, facciamo un progetto serio per lo Youth Guarantee ma se il primo gennaio i Centri per l’Impiego sono chiusi non abbiamo lo strumento per prendere in carico i giovani target. 

Questa denuncia che sto facendo non vale solo per il Fondo Sociale Europeo. Vale anche per quelle politiche dello sviluppo richiamate sinora. Perché noi non avremo, nel 2014, nel bel mezzo della crisi, le risorse per sostenere gli interventi a sostegno di ricerca e sviluppo, innovazione, politiche di ingegneria finanziaria e così via. 

Tornando al tema. Stiamo lavorando con il Governo in maniera abbastanza positiva per cercare di arrivare con la struttura pronta per poter partire a gennaio. Il Governo invierà, a breve, lo schema generale all’Unione Europea. Un testo che abbiamo condiviso. Ora si tratta di passare alla fase che riguarda gli standard garantiti, come si andrà alla ripartizione delle risorse, come si attiveranno sul territorio gli interventi. Noi siamo per una doppia premialità: una premialità pubblico-privato e, una volta che questo sistema diventi a regime, anche una premialità tra il pubblico. In partenza dobbiamo garantire risorse adeguate ai territori. In prospettiva dovrà però esserci una capacità premiale per i territori che danno più risposte e più efficienza. Un elemento che spinga i territori a non vedere il tema come un tema di ordinaria amministrazione, ma appunto come un tema sul quale si gioca la stessa idea di sviluppo democratico del Paese. 

Mi auguro che questa sfida possa anche permetterci di affrontare rapidamente l’altro tema: la riforma dei servizi per il lavoro. Sapendo che questa può diventare davvero, fra 60 giorni, un’emergenza. Il Ministro Del Rio ci dice che, da gennaio, supereremo le Province. Io mi sono già espresso sul punto: è errato immaginare che tutte le competenze provinciali andranno ai Comuni, comprese quelle in tema di lavoro. Segnalo dunque questo tema affinché in Parlamento si portino degli aggiustamenti sulla normativa in entrata e anzi proporrei di mettere al centro questo tema in un prossimo incontro di “Nuovi Lavori”.

Bisogna creare i presupposti per generare nuova occupazione, ma che sia una occasione di accesso democratica e non in relazione a quelle che sono le conoscenze, le amicizie e quant’altro. Il tema dello Youth Guarantee può servire anche a quest’altra sfida, dare un’idea di un Paese che può essere diverso, nel quale l’accesso al lavoro non è un favore ma è un diritto e questo siamo in grado di farlo se abbiamo dei servizi che sono efficienti, sono efficaci e hanno la possibilità di guardare negli occhi i ragazzi che si rivolgono ai servizi.

 (*) Assessore al Lavoro della Regione Toscana 

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