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Ripartono i contratti a tempo indeterminato.

La reintroduzione nel 2018 degli sgravi fiscali per le assunzioni di under 35 al primo contratto a tempo indeterminato ha prodotto un primo risultato tangibile: a gennaio il saldo dei contratti a tempo indeterminato è tornato positivo, dopo un calo ininterrotto che procedeva da giugno 2017. A riprendersi sono state sia le nuove attivazioni di contratti a tempo indeterminato (+132mila, pari ad un aumento del 11,9% su gennaio 2017), sia le stabilizzazioni di rapporti a termine (+51mila, +78,3%) e di apprendistati (+6mila, +29,6%), a fronte di un calo delle cessazioni dei contratti a tempo indeterminato (120mila, -6,6%). Si sono confermati in crescita anche i rapporti a termine (+18,3%) quelli in somministrazione (+26,8%), gli intermittenti (+83,6%) e i contratti di apprendistato (+29,6%). Nel settore privato si registra un saldo, tra assunzioni e cessazioni, pari a +201mila, superiore a quello di gennaio 2017 (+144mila). 

La fotografia è scattata dall’Inps, attraverso il Report mensile dell’Osservatorio sul precariato[1], aggiornato a gennaio 2018, da cui emerge chiaramente come gli incentivi economici svolgano un ruolo determinante, se non addirittura esclusivo, nella ripresa dell’occupazione a tempo indeterminato.

 

 

Fonte: Inps – Osservatorio sul precariato (elaborazione al 10 marzo 2018)

Per quanto riguarda le nuove prestazioni di lavoro occasionale disciplinate dall’articolo 54-bis del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, essi hanno avuto una diffusione piuttosto limitata: il numero dei lavoratori impiegati mensilmente con i Contratti di Prestazione Occasionale (CPO) si è attestato tra 15mila e 20mila, con un importo mensile lordo medio pari a circa 300 euro; i lavoratori impiegati, a gennaio 2018, con i titoli del Libretto Famiglia (LF) sono stati invece poco più di 3mila, con un importo mensile lordo medio attorno a 200 euro, dato che appare tuttavia in costante crescita mese dopo mese, seppure su cifre molto contenute.

 

Fonte: Inps – Osservatorio sul precariato (elaborazione al 10 marzo 2018)

 

A gennaio 2018 risultano però in aumento le domande di disoccupazione: ne sono state presentate 175mila, il 5,8% in più rispetto alle 165mila istanze depositate 12 mesi prima. Nel dettaglio, sono state presentate 174.539 domande di NASpI (+49mila domande rispetto a dicembre 2017), mentre sono state inoltrate 623 domande di ASpI, mini ASpI, disoccupazione e mobilità.

A febbraio viene confermato il calo tendenziale delle richieste di Cig da parte delle aziende (-32,2% sul 2017), ma se si raffronta il dato rispetto al mese precedente, sono riprese a crescere sia le autorizzazioni di cassa integrazione ordinaria, +41,3% (specie nel settore dell’edilizia), sia la cassa integrazione straordinaria per crisi più strutturate, cresciuta del 27,8%. Anche la cassa in deroga segna un incremento del 60,1% rispetto a gennaio 2018.

Il balzo in avanti delle domande di disoccupazione di gennaio risentono sicuramente della stagionalità, essendo relative in buona parte a rapporti a termine conclusi in dicembre, pertanto non destano particolare stupore. È singolare invece la fiammata delle ore di Cig, dopo oltre due anni di forte riduzione, in parte dovuta alla possibilità di spesa delle risorse residue per la cassa in deroga. 

Infine, a tre mesi dal lancio del Reddito di Inclusione (REI), l’Osservatorio statistico INPS ha prodotto i primi dati sulle domande di richiesta del beneficio: nel primo trimestre 2018 sono stati erogati benefici economici a 110mila famiglie per un totale di 317mila persone. Per ciò che riguarda la diffusione sul territorio nazionale il 72% delle prestazioni è stata erogata nel sud d’Italia, raggiungendo il 76% delle persone coinvolte. Campania, Calabria e Sicilia sono le regioni con il maggiore numero assoluto di famiglie beneficiarie: insieme rappresentano il 60% del totale dei nuclei e il 64% delle totale delle persone coinvolte.

 

 

 

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